Piero Cheli, Amaranto
Sono ormai da più di 15 anni che sono venuto in contatto con la vostra associazione Trisomia 21, grazie all’amicizia con la fantastica famiglia di Alessandra Gamberi, ed in questo periodo ho imparato ad apprezzarvi e stimarvi in maniera incondizionata.
Nel mio piccolo, ho cercato di darvi una mano tutte le volte che ho potuto, con donazioni o col classico 5 per 1000 e sempre sono stato ringraziato al di là del dovuto da gente che ogni giorno della loro vita dedica il 995 per 1000 del loro impegno a questa nobilissima causa!
In un periodo come questo, dove purtroppo troppa gente tuona contro le associazioni ONLUS che aiutano le diversità, accusandole di speculare sul dolore, diventa imperativo categorico difendere e sostenere la reale importanza e correttezza di tutti quegli enti no profit come TRISOMIA 21 che, a stento e con grandi sacrifici, tentano di colmare il disagio delle famiglie coinvolte in tali difficili situazioni ed il vuoto delle istituzioni, sempre meno in grado di destinare fondi o strutture per scopi sociali o benefici.
Bisogna assolutamente lottare contro una delle più pericolose tendenze del mondo di oggi, sempre più veloce e pseudo efficiente, di considerare le persone mentalmente più fragili o socialmente più deboli come dei rallentamenti o dei pesi per la collettività, con l’unico risultato di isolare questi e le loro famiglie in dei veri e propri ghetti sociali, morali ed etici.
Troppa gente oggi usa termini come non vedenti o non udenti o diversamente abili per chiamare ciechi, sordi o i disabili, come se l’utilizzo di questi termini fosse segno di maggior rispetto. In realtà credo che sia soltanto un’ipocrisia socialmente rassicurante, prova ne sia che molti di questi educati signori, di fronte a comportamenti di persone normali che li fanno arrabbiare, li offendono chiamandoli handicappati o mongoloidi !
Non è con i pietismi o con i formalismi che si aiutano le persone più deboli, ci vogliono la vicinanza e l’impegno quotidiani, lo scambio di informazioni e di esperienze, i messaggi di aiuto e di conforto, di forza e di coraggio che solo l’associazionismo può garantire.
Concludo con un GRAZIE di esistere a TRISOMIA 21 in generale ma soprattutto ad ognuno dei suoi membri, dei suoi operatori, dei suoi sostenitori ed, in particolar modo, delle persone con la sindrome di Down per le quali è nata e vive l’associazione, in quanto riescono ad insegnare ad ognuno di noi molte più cose di quelle che ci sforziamo di insegnare loro, una su tutte e la più importante : L’AMORE !!!!!