Il bambino e l’adulto con Trisomia 21 sono persone che presentano molti fattori di vulnerabilità: problemi di comunicazione, difficoltà di apprendimento e coping, mancanza di relazioni e di attività ricreative soddisfacenti, fallimenti ripetuti e rifiuti. Inoltre, la loro condizione genetica rende ancor più determinante l’interazione tra fattori biologici e psicosociali nel percorso di crescita.
Per tutti questi motivi è necessario rendere operativi dei supporti adeguati e mettere a punto dei percorsi abilitativi ed educativi efficaci, che promuovano un migliore sviluppo delle abilità cognitive, delle capacità adattative, delle competenze relazionali e una maggiore partecipazione sociale, attraverso un Progetto di vita individualizzato, che non è la somma di una molteplicità di interventi, ma un concreto accompagnamento della persona dalla nascita fino alla vecchiaia, mediante un continuo impegno di integrazione con le politiche sanitarie, scolastiche, del lavoro e del tempo libero.
I bambini con sindrome di Down
I bambini con sindrome di Down crescendo possono raggiungere, sia pure con tempi più lunghi, conquiste simili a quelle degli altri bambini: cammineranno, inizieranno a parlare, a correre, a giocare.
Comune a tutti loro è un variabile grado di ritardo mentale, che si manifesta anche nella difficoltà di linguaggio, frequente tra le persone con sindrome di Down.
Dal punto di vista riabilitativo non si tratta di compensare o recuperare una particolare funzione, quanto di organizzare un intervento educativo globale che favorisca la crescita e lo sviluppo del bambino in una interazione dinamica tra le sue potenzialità e l’ambiente circostante.
È importante inoltre ricordare che ogni bambino è diverso dall’altro e necessita quindi di interventi che rispettino la sua individualità e i suoi tempi.
Dal punto di vista medico, i bambini con sindrome di Down hanno una maggiore frequenza di problemi specialistici rispetto alla popolazione normale: in particolare malformazioni cardiache (la più frequente è il cosiddetto canale atrioventricolare comune), ma anche difetti intestinali, disturbi della vista e dell’udito, disfunzioni tiroidee, problemi odontoiatrici.
E’ bene quindi prevedere col pediatra una serie di controlli di salute volti a prevenire o a correggere questi eventuali problemi.
L’ inserimento sociale delle persone con sindrome di Down
La maggior parte delle persone con sindrome di Down possono raggiungere un buon livello di autonomia personale, imparare a curare la propria persona, a cucinare, a uscire e fare acquisti. Può fare sport e frequentare gli amici, andare a scuola e imparare a leggere e scrivere.
I giovani e gli adulti con sindrome di Down possono apprendere un mestiere e impegnarsi in un lavoro svolgendolo in modo competente e produttivo.
Non ci sono dati statistici sul numero delle persone con sindrome di Down che lavorano, ma ci sono molte esperienze positive, grazie all’impegno degli operatori e delle famiglie. Ci sono lavoratori con sindrome di Down tra i bidelli, gli operai, i giardinieri ed altre mansioni semplici. Stanno nascendo inoltre anche alcune prime esperienze in lavori più complessi come l’immissione dati in computer o altri impieghi in ufficio.
Le persone con sindrome di Down sanno fare molte cose e ne possono imparare molte altre: perché queste possibilità diventino reali occorre che tutti imparino a conoscerli e ad avere fiducia nelle loro capacità.