È questa relativa al 2018 la sesta edizione del Bilancio Sociale di Trisomia 21 onlus, con la quale presentiamo L’ASSOCIAZIONE, la sua mission e le attività e i progetti con i quali ci impegniamo a perseguirla, avendo sempre al cuore del nostro operato le persone con sindrome di Down o altre disabilità genetiche intellettive, e la loro piena realizzazione e inclusione.
Tra i fatti di rilievo che sono avvenuti nel 2018 ci preme evidenziare in particolare l’aumento della convenzione stipulata con la Asl Toscana Centro. Si tratta di un passaggio che è stato preceduto da numerosi incontri con i vertici della Regione e della Asl e successivamente con i funzionari amministrativi della Asl, al fine di definire le nuove modalità di rendicontazione, che sono variate rispetto alle convenzioni precedenti.
Sul fronte dei servizi, grazie al nostro sempre maggior impegno, siamo riusciti nel 2018 a collocare al lavoro tutti i ragazzi maggiorenni usciti dalla scuola.
Proprio grazie all’esperienza maturata nell’ambito degli inserimenti lavorativi siamo stati chiamati a fare formazione ai componenti delle commissioni Asl che valutano le persone con disabilità intellettiva al momento in cui vengono chiamate in visita per l’iscrizione alle liste di collocamento mirato: un momento fondamentale nella vita lavorativa dei nostri ragazzi, che può diventare un ostacolo difficile da superare senza il supporto del Know How che abbiamo raggiunto con sacrificio e perseveranza.
Sempre in virtù alle competenze trasversali che abbiamo maturato, siamo stati chiamati a fare formazione anche su altri argomenti, in vari convegni, e abbiamo organizzato direttamente, il 27 gennaio 2018, il convegno “Sviluppo, inclusione, partecipazione: gli interventi abilitativi in età evolutiva di Associazione Trisomia 21”, rivolto alle figure professionali della riabilitazione, che è stata una testimonianza importante di quello che quotidianamente facciamo, e che ha visto oltre 130 partecipanti.
Nel 2018 abbiamo investito molte risorse anche nella formazione, nella comunicazione e nell’informazione, proprio perché è importante tenere il punto su tutti gli aspetti che riguardano la disabilità intellettiva, e perché quello che viene realizzato diventi, a tutti gli effetti, una buona prassi da esempio per tutte le altre realtà che ci circondano. Siamo infatti sempre più consapevoli di dover operare come soggetto aperto alla relazione e allo scambio con la comunità, inserito in una realtà  complessa che richiede un grande sforzo per la condivisione di competenze e esperienze, ma che può restituire molto ai nostri ragazzi, soprattutto sul fronte della loro autonomia e reale inclusione lavorativa e sociale.
Grazie

Antonella Falugiani